« I moralizzatori in servizio permanente di Twitter hanno individuato il nuovo Grande Untore: è l’innocuo turista (spesso giovane e già colpevole di “movida”) di ritorno da Rodi o Corfù. Ma i dati del contagio in Grecia non hanno mai preoccupato » (“Dopo il runner, il nuovo nemico pubblico numero uno è il turista in Grecia”, di David Piacenza su Wired)
In questo caso, come in senso più ampio per quel che riguarda demonizzazione dei giovani, “movidari”, “discotecari” e “vacanzieri”, in atto da un po’ di tempo, stiamo assistendo ad un esempio di propaganda “agitativa” (atta a creare e stimolare reazioni forti come panico, rabbia ed ansia) “interna” (rivolta al pubblico nostrano). Sviluppata mediante le seguenti tecniche:
1a) ricerca del “capro espiatorio” (i giovani)
1b) ricerca del “nemico comune” (ancora i giovani)
2) appello al “senso comune” (la movida, gli assembramenti e le vacanze all’estero sarebbero atteggiamenti considerati fuori luogo dalla maggior parte delle persone in questo momento storico, quindi i giovani andrebbero contro la saggia e prudente maggioranza)
3) “proiezione” e “analogia” (i giovani vengono associati all’immagine negativa e respingente degli irresponsabili e degli “untori”)
4) “ripetizione” (il messaggio viene ripetuto di continuo e da/con tuti i canali possibili e disponibili
5) “semplificazione” (i giovani vengono accusati senza alcuna prova di non rispettare le misure di sicurezza)
6) mal-informazione (la distorsione, la manipolazione e la strumentalizzazione dei fatti, anche reali, come limiarsi a mandare in onda solo le interviste ai ragazzi “negazonisti” in vacanza e in discoteca)
Vettori sono i media (per ragioni commerciali ed editoriali) e le istituzoni e i partiti di maggioranza, in questi ultimi due casi per:
1) invitare alla prudenza e all’osservanza delle normative anti-Covid
2) guadagnare un alibi qualora la situazione dovesse precipitare
3) ottenere il consenso popolare per eventuali nuove chiusure
4) aumentare, più in generale, il proprio conenso, in brusco e inarrestabile calo fino a marzo e a vantaggio del centro-destra (rally ‘round the flag)
5) aumentare il proprio potere di controllo sulle masse
Tecniche per certi versi presenti anche nella “guerra ibrida”, come spiega l’approfondimento sottostante.
L’ingegneria della bufala e della manipolazione
Soprattutto quando studiate ad arte, le “fake news” seguono una precisa catena di elaborazione e comando. Il manipolatore parte cioè da un’impasse in cui si trova il bersaglio, ne esamina le credenze e gli schemi socio-culturali e propone una soluzione, una verità alternativa. Si tratterà allora di “mal-informazione” e “disinformazione”, benché la ricerca di una exit strategy ad una iniziale mancanza di soluzioni sia tipica anche della “mis-informazione”, ovvero tutti noi possiamo creare e far prosperare una “fake news”, inavvertitamente.
L’ingegneria della bufala”, volendo usare un’iperbole, è ben descritta da Fontana in questi 9 passaggi, che incudono l’azione disinformativa contro un target straniero nell’ambito dei conflitti ibridi:
1) verificare le credenze in uso e mappare quelle dei propri pubblici
2) indagare le strutture culturali dei gruppi sociali di riferimento e i prodotti informativi di cui fruiscono
3) monitorare la situazione delle forze (geo)politiche in campo
4) considerare le piattaforme mediatiche in uso che possono modificare messaggi chiave e credenze
5) riconoscere e interpretare le differenti notizie inventate (fake design)
6) definire quali percezioni far vivere da un punto di vista fisico, emotivo, mentale (perception management)
7) identificare e far vivere le nuove narrative individuali e sociali (strategic story-work)
8) definire le azioni pratiche di sense-making: le pratiche e i riti che generano significato in una comunità
9) monitorare in progress i nuovi orientamenti di credenza e i fatti alternativi