Il 25 Aprile e quell’assist involontario da Giorgia Meloni

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Ha ragione da vendere Giorgia Meloni quando dice che il 25 Aprile è divisivo, ed è proprio questa la sua utilità, è proprio questa la sua importanza. Purtroppo, un segmento non trascurabile dell’opine pubblica italiana e (cosa ancor più disdicevole) delle istituzioni continua infatti a non riconoscersi nei valori dell’antifascismo, che sono valori di libertà, di democrazia e di civile convivenza, preferendo un’ irrazionale nostalgia per qualcosa che non ha vissuto e sperimentato, per fortuna e grazie a quanti lottarono contro il nazi-fascismo. La memoria diventa quindi uno strumento pedagogico, di crescita umana, sociale e politica, per tutti e anche per costoro, per far sì che certi drammi restino confinati e imprigionati nel passato.

« Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera » (Vittorio Foa, senatore socialista, partigiano e rappresentante del CLN, a Giorgio Pisanò, ex repubblichino poi eletto al Senato della Repubblica dopo la Liberazione tra le fila del MSI)

 

Nota:anche il IV Novembre è divisivo, contestato dal movimento d’opinione pacifista e da quanti videro in quella guerra un’ “inutile strage”. Anche feste religiose come il Natale sono o stanno diventando divisive. Il 10 Febbraio è divisivo. Meloni, come altri nostalgici, cerca un escamotage per rendere più accettabile quella che, di fatto, è un’operazione smaccatamente revisionistica.

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