“Ma non hai visto i camion di Bergamo?” La paura e il suo ruolo, tra certezze e interrogativi

pauraIn questi mesi di quarantena le opposizioni di centro-destra, solitamente polemiche e pugnaci, si sono adeguate alle disposizioni governative, iniziando solo ora a far sentire il loro dissenso. Si potrebbe pensare che questo comportamento rispondesse ad una sorta di “rally ‘round the flag”, ad un senso di responsabilità istituzionale, ma il pragmatico disincanto che deve accompagnare ogni analisi politica suggerisce altro.

 

Lega e FdI in testa si sono infatti probabilmente resi conto che il “lockdown” trovava il favore della maggior parte degli italiani, e questo anche per via di una certa sopravvalutazione del Coronavirus, da molti paragonato ad una guerra o peggio, giudicato come la più grave e imprevedibile minaccia mai vista.

 

L’ama più potente nell’arsenale della propaganda, soprattutto nei momenti di crisi, è forse il “ricorso all paura”, tuttavia non possiamo sapere se il diffuso sentimento di angoscia che ha attanagliato la popolazione sia stato diretta conseguenza (anche) di strategie mirate o solo di un’informazione poco attenta e responsabile, oltre al ruolo esercitato dalla disabitudine degli occidentali a shock significativi.

 

Fatto sta che in questa fase storica la paura è stata ed è l’ “alleata” migliore e più affidabile dell’esecutivo, garante della sua stabilità e delle sue direttive.

 

Non vanno del resto dimenticati i legami tra il partito più importante dell’esecutivo ed una Srl attiva proprio nella comunicazione.

 

Nota: anche nella vicenda dei camion di Bergamo ha dominato infatti la semplificazione. Non tutti quei morti erano imputabili al Coronavirus e l’aiuto dell’EI si era reso necessario anche per far fronte al ridimensionamento dei servizi funebri dovuto al “lockdown”

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Il virus del “capro espiatorio”

capro espiatorioLa demonizzazione dei singoli (si pensi ai runner), come foglia di fico usata dalle istituzioni e dalla comunità scientifica per coprire le proprie mancanze e le proprie colpe, sarà senza dubbio uno dei temi affrontati con maggiore attenzione dagli storici che si occuperanno della fase che stiamo vivendo.

Sarà a tal proposito interessante, utile e necessaria anche un’indagine sui meccanismi di tale demonizzazione: come si è sviluppata, attraverso quali mezzi e canali, attraverso quali complicità, ecc. Ricostruirne, insomma, la filiera, come elemento di propaganda (“agitativa” e “sociologica”).

Il virus e l’illusione occidentale

highlanderEpidemie e pandemie altrettanto insidiose o più gravi sono state affrontate con maggior “disinvoltura” in passato, pure in casi a noi abbastanza vicini. La differenza con l’oggi è determinata anche dall’ondata di benessere da cui le società occidentali sono state investite nell’ultimo cinquantennio, che ha avuto tra le sue conseguenze dirette e tangibili l’aumento dell’aspettativa di vita. Il denaro e i progressi della medicina, della scienza e della tecnologia non possono sconfiggere la morte ma possono, in un certo senso, marginalizzarla, aiutare a dimenticarla, per quanto possibile. Cibi sempre più sani, il sempre più diffuso ricorso all’attività sportiva, la chirurgia estetica e altre opzioni della contemporaneità rimandano l’appuntamento con la vecchiaia, ci danno l’illusione di poter giocare con il tempo, lasciandolo indietro, tanto indietro da impedirgli di vederci. Non è così, ma spesso l’ “homo occidentalis” sembra non rendersene conto, trovandosi dunque impreparato e spaventato davanti al pericolo, al degrado del corpo, alla minaccia diretta e improvvisa. Incapace di gestirli e di accettarli.

Il virus e quella logica ribaltata: causa ed effetto

sanitàSebbene non priva di fondamento, la diffusa teoria secondo cui le misure restrittive servirebbero a proteggere il sistema sanitario nazionale dal collasso è minata da un “vulnus” concettuale di fondo, estremamente pericoloso.

L’SSN deve infatti essere sempre in grado di fronteggiare le emergenze e tutelare i cittadini-pazienti, mentre spesso non può farlo perché penalizzato da tagli e ridimensionamenti. Il problema, in Italia come altrove, non è quindi (solo) il virus, ma anche e soprattutto l’irresponsabilità gestionale e morale della classe politica.

La soluzione non potrà passare per una sorta di “non correre altrimenti sudi e ti ammali”, ma dovrà basarsi su un progetto di ben più ampio respiro che obblighi il decisore e gli impedisca di nascondere ancora la polvere sotto il tappeto.

Il Coronavirus e la propaganda di guerra (in tempo di pace)

virusBenché la situazione che stiamo vivendo non sia paragonabile, e questo al di là di una fin troppo facile e suggestiva retorica, ad una guerra intesa quale conflitto armato, le scelte comunicative del vertice presentano alcuni elementi tipici della propaganda bellica*.

 

Più nel dettaglio:

 

-lo Stato-Governo-Presidente del Consiglio intesi come estensioni e rappresentazioni della figura paterna

-il rally round the flag

-il nemico comune (il virus)

-il nemico comune come soggetto imprevedibile, anti-convenzionale, invisibile, subdolo e capace di tutto

-la “giusta causa”, cioè la bontà e la necessità delle nostre scelte (la quarantena)

-il reclutamento di figure appartenenti allo “star system” per veicolare il messaggio governativo-istituzionale

-il ricorso alla paura (si pensi alle foto delle bare** e soprattutto a quella dei camion militari a Bergamo, sulla cui filiera diffusiva sarebbe interessante una ricognizione investigativa approfondita)

-la demonizzazione del dissenso (chi esprime dubbi in merito al “lockdown” è accusato di egoismo, irresponsabilità e di volersi introdurre in ambiti per i quali non ha competenze)

 

*propaganda “verticale”, ovvero creata da gruppi di potere, e “grassroots”, ovvero diretta al “grass”, il “prato”, l’uomo comune

**le foto delle bare di migranti morti in mare nel 2013 sono state riciclate e fatte passare per quelle di bergamaschi uccisi dal Coronavirus

 

Approfondimento

La propaganda di guerra in senso stretto è ben descritta e riassunta in queste terzine dal sociologo Ragnedda:

A) Ricorso alla paura e identificazione del nemico
1) demonizzazione del nemico
2) Uso da parte del nemico di armi letali e non convenzionali
3) Guerra in risposta al nemico e non come attacco

B) Bontà delle nostre guerre
1) Soccorrere una nazione o un popolo
2) Giusta causa
3) Estendere la democrazia

C) Sostegno alla giusta causa
1) Sostegno dal di fuori: internazionale
2) Sostegno dall’interno. intellettuali ed artisti
3) Sostegno dall’alto: divino.

Virus “cinese”: perché ha ragione Trump

trump cinaNon sono pochi nel corso della storia, anche nel passato recente e recentissimo, gli eventi epidemici e pandemici che hanno avuto origine in Cina e nell’estremo oriente, pure a causa di cattive abitudini alimentari e igienico-sanitarie dei locali. E non sarà mancare di rispetto a chi sta morendo sostenere che l’umanità sia stata “fortunata” con il Covid-19, se si considerano i livelli di aggressività e pericolosità di altri virus, per benevolenza del destino solo meno contagiosi (ad esempio SARS e MERS).

 

Per questo, se vorremo evitare il ripetersi di una nuova epidemia-pandemia, magari con conseguenze ben più disastrose, sarà necessario un cambio di direzione, da parte della Cina e verso la Cina. E per questo, al di là dei diversi approcci ideologici su Donald Trump, il presidente americano ha fatto bene a fare la voce grossa sia con l’OMS che con Pechino. La posta in gioco è troppo alta per lasciarsi sopraffare dal “politically correct”, da infondati timori di cadere nel pregiudizio o da interessi economici; si tratta di sicurezza nazionale, e ancor più di sicurezza mondiale e globale.

LA COMUNICAZIONE RESPONSABILE – Vaccino?

vaccino coronavirus

Lanciato in buona fede anche da molti settori delle istituzioni, il messaggio secondo cui il ritorno alla normalità sarà possibile solo con un vaccino e/o una cura definitiva è potenzialmente devastante dal punto di vista comunicativo.*

 

Questo perché consegna all’indefinitezza e all’incertezza una platea già duramente provata, negandole orizzonti e obiettivi certi, tangibili e affidabili. Il vaccino e/o la cura potrebbero infatti non arrivare mai o potrebbero arrivare tra molti mesi o molti anni, magari ad emergenza conclusa. Un messaggio che è dunque sbagliato anche sotto il profilo metodologico e politico.

 

Per questo non potremo affidarci ancora a lungo ad una pratica arcaica e limitante come il “lockdown” (di concezione trecentesca) ma dovremo predisporre al più presto le misure alternative che la tecnologia e le scienze ci mettono a disposizione per tornare a vivere come prima. Paradossalmente, l’atteggiamento poco amichevole di alcuni partner continentali potrebbe servire da pungolo, obbligandoci a scelte più rapide e razionali che non tengano conto solo del sostegno esterno.

 

*gli scopi del mittente verrebbero quindi stravolti, trasformando il messaggio da propaganda “integrativa” (“interna”) in “agitativa”

La comunicazione responsabile ai tempi del Coronavirus: medico, fai il medico (e basta)

Réddite quae sunt Caésaris Caésari et quae sunt Dei Deo

In una recente intervista, una notissima virologa si è lanciata in considerazioni sul post-pandemia, peraltro molto nette e radicali, di tipo economico, sociale, culturale, storico, psicologico. Chi è virologo, immunologo, o anche “soltanto” medico, dovrebbe limitasi al proprio contesto professionale, evitando lo sconfinamento in ambiti per i quali e nei quali non è minimamente attrezzato, non ha competenze. Il rischio, anche stavolta, è aggiungere caos al caos, stress allo stress. Oggi come non mai è da evitare uno scenario simile a quello dei primi anni ’90, con i magistrati che furono investiti “de facto” di un potere di influenza che andava ben oltre il loro ruolo.

Obiettivo Renzi? Quello scatto “rubato” ai tempi del Coronavirus.

renzi figli coronavirus

Da diverso tempo il flusso di “fake news” contro Matteo Renzi sembrava essersi attenuato, complice la progressiva perdita di potere dell’ex premier. Ieri si è tuttavia rimesso in moto, con la notizia (falsa) che voleva i suoi figli in giro, insieme alla scorta e in barba alle restrizioni del Dpcm.

Sebbene nata da una foto scattata da un vicino, la “bufala” ha transitato su una catena diffusiva ampia, sul web e WhatsApp. Il fatto che questa nuova operazione di “character assassination” arrivi a pochi giorni dalle dichiarazioni di Renzi sulla necessità di allentare la quarantena (dichiarazioni in contrasto con il governo e altri attori di rilievo) fa sorgere un interrogativo legittimo e razionale su un possibile collegamento tra le due cose.