L’ostilità, spesso irrazionale, che una parte significativa della sinistra manifesta verso un approccio più “ottimistico” rispetto all’emergenza Covid, potrebbe essere una diretta conseguenza (non la sola) del metodo pedagogico marxista-leninista e della Scuola di Francoforte.
Sviluppato in anni che vedevano le masse prigioniere dell’ignoranza, quindi la loro emancipazione diventava un’urgenza, respingeva e respinge qualsiasi forma “disimpegnata” e “leggera” di arte e di intrattenimento, considerandola vacua, pericolosa, dispersiva e fuorviante. Per questo, e qui entra in ballo anche la visione materialistica del Socialismo, persino un atteggiamento più positivo riguardo la pandemia potrebbe essere inteso come superficiale e velleitario.
Un “modus cogitandi” da cui discende pure un certo, storico (e autolesionistico), rifiuto delle moderne tecniche della propaganda e della comunicazione.