Dallas e dintorni Il falso mito della “madre coraggio” di Baltimora e la propaganda conservatrice

Nell’aprile 2015 fecero il giro del mondo le immagini di una signora , Toya Graham, mentre prendeva a “borsettate” il proprio figlio, incappucciato e intento a scagliare pietre agli agenti di polizia durante una manifestazione della comunità afroamericana di Baltimora.

Il fatto venne utilizzato, subito e in modo strumentale, dal movimento d’opinione conservatore (in USA come in Italia) che fece assurgere la donna ad eroina.

Graham, tuttavia, dichiarò di non essere intervenuta perché contraria alla manifestazione in sé, ma per salvaguardare l’incolumità del figlio: “È il mio unico figlio maschio e non voglio diventi un altro Freddie Gray” (Freddie Gray era il giovane nero di Baltimora morto per le lesioni alla spina dorsale subite mentre veniva arrestato da sei agenti, caso che scatenò la protesta in questione).

Un esempio di manipolazione propagandistica* che è bene ricordare, soprattutto oggi, alla luce del ritorno mediatico del problema razziale dopo i fatti di Dallas.

*Propaganda “grigia”, parzialmente falsa. La donna colpì effettivamente il figlio e lo condusse effettivamente via dalla manifestazione, ma non per le motivazioni descritte e raccontate.

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Buon viaggio campione…

Con Rubin “Hurricane” Carter se ne va un ottimo interprete della Noble Art ma, prima di tutto, uno straordinario testimone della lunga (e mai conclusa) battaglia per la democrazia e l’accettazione. Monzon e Benvenuti gli avrebbero chiuso le porte verso la corona, mentre la polizia gli aprì quelle di un carcere federale, ma nessuno ha potuto togliergli il coraggio, la dignità e l’alloro tra i giusti. RIP, Champ. Thanks, Bob.

Beppe Grillo invita….

Gli inviti di Beppe Grillo alle forze dell’ordine affinché abbandonino il loro ruolo di custodi dell’integrità fisica delle istituzioni liberali e democratiche per schierarsi con una minoranza priva di qualsiasi legittimazione politica, è e rappresenta un salto di qualità nella strategia e nella dialettica del leader genovese che non può lasciare indifferenti.

In buona sostanza, Grillo chiede un punto di entrata per scardinare le fondamenta dello Stato liberale come lo conosciamo dal 1945, mediante un disegno che si presenta, “de iure” e “de facto”, eversivo. L’Italia può andare incontro ad un pericolo che non conosceva dall’estate del 1964.