Appunti di comunicazione : La sinistra, il linguaggio di genere e il cittadino “idiota”

Debitrice dell’austero pedagogismo marxiano e di realtà come la Scuola di Francoforte, una parte della sinistra ha un’opinione fondamentalmente negativa delle masse, viste appunto come soggetti da emancipare, da elevare (funzione didascalica e “civilizzatrice” che assegna a sé stessa). Ciò a maggior ragione ed ancor di più in Italia, dove la sinistra comunista, post-comunista ed i suoi alleati non sono quasi mai stati premiati dagli elettori a livello nazionale, elemento che ha contribuito ad aumentare il loro distacco e la loro diffidenza dall’ “uomo della strada”, dall’ “everyman”.

Da qui, anche da qui, ha origine lo sdegnato e stizzito rifiuto di abbandonare o sospendere polemiche come quella sul “linguaggio di genere” (tematica che ha comunque una sua dignità e importanza), così da non allontanarsi da un cittadino che, almeno nell’attuale momento storico, le ritiene secondarie o strumentali, e forse non a torto.

Il cittadino, l’ italiano “medio”, è insomma, dalla prospettiva di costoro, un ingenuo ed un rozzo, inconsapevole di quel che dice e dei suoi reali bisogni.

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La moda del momento.

In questi giorni, l’italiano medio esterofilo gongola esaltanto la semplicità della scheda referendaria scozzese, rispetto alle schede elettorali e referendarie italiane (saltando dunque a piè pari, come sua abitudine, secoli di storia, diritto, ecc).

Ancora una volta, costoro si dimostrano provinciali, nel tentativo, affannoso ed affannato, di sembrare il contrario

Facendo un po’ di chiarezza…Chi era Giuseppe Zanardelli

Zanardelli

Costui è Giuseppe Zanardelli, fotografato in un momento di relax. L’italiano medio esalta il devastatore dello stato di diritto (Mussolini) e figuri della risma di Grillo e Santanchè, per poi ignorare la memoria e l’opera di questo straordinario liberale. Fu lui a dotare l’Italia del più avanzato Codice Penale d’Europa, fu lui ad abolire la pena capitale (altre grandi democrazie vi arrivarono soltanto pochi anni fa o ancora mantengono la massima condanna), fu ancora lui a gettare le basi dello stato sociale poi perfezionato da Giovanni Giolitti (e non dal Fascismo) e fu, in ultimo, lui a varare le prime autentiche politiche di assistenza al Mezzogiorno, recandosi di persona tra le fasce più povere della popolazione.

Metalogismi

Matteo Renzi è, attualmente, l’unico uomo in grado di far prevalere il centro-sinistra nella prossima battaglia elettorale contro il PdL berlusconiano (non nella guerra. Sarà infatti la natura, tra molto tempo, a scrivere la parola fine all’esperienza storica del berlusconismo). Gianni Cuperlo è, invece, l’unico uomo in grado di mantenere in vita l’ultimo, isolato e fragile, atomo e scampolo di socialdemocrazia ancora presente nel comparto progressista italiano. Per questo motivo, l’arcoriano sguinzaglierà presto contro di lui la sua muta di cani mediatici, cani ben addestrati, i “muckrakers” (nell’accezione negativa del termine) del servilismo più sfacciato e sguaiato, che come sempre sapranno stanare e poi ipnotizzare l’italiano medio, irrimediabilmente malato di panciafichismo e consapevole disimpegno, con la vile e vacua ma rassicurante formula: “e chi devo votare? XX?”. In quel caso, quell’ XX sarà Cuperlo, vittima predestinata di questa sovrapposizione sempre uguale nella sua stolidità qualunquistica, scardinato e poi calpestato dall’invadenza triviale di un passepartout che ha sempre più l’aria del grimaldello del mascalzone.