Ancora sui nemici del vaccini

In piena ed aperta campagna vaccinale, l’opinionismo catastrofistico di certi ben noti pseudo-esperti (sarebbe superfluo farne i nomi), sempre presenti sui media ad annunciare senza alcuna prova alla mano che ogni nuova variante potrebbe “bucare” i vaccini e/o l’imminenza di nuovi ceppi capaci di fare altrettanto , è oltremodo pericoloso. Questo perché rischia di creare sfiducia e scoramento, convincendo le persone a non immunizzarsi, che sarebbe inutile immunizzarsi.

Benché possa sembrare una soluzione drastica, il governo e i partiti di maggioranza dovrebbero allontanare, e avrebbero il potere di farlo, questi personaggi (che peraltro non hanno spesso alcun ruolo nella gestione della crisi sanitaria) dalla ribalta mediatica, o, al limite, consigliare loro un profilo più basso, maggiore prudenza, maggior rigore scientifico.

Allo stesso tempo, la comunicazione istituzionale andrebbe rivista e corretta anche sotto questo aspetto, perché paventare nuove chiusure pur con una sufficiente copertura delle categorie “fragili” genera ugualmente scetticismo tra i cittadini sull’efficacia e l’utiltà finale della vaccinazione,

La comunicazione d’emergenza è ambito assai complesso e delicato, che impone competenze specifiche e non ammette l’avventurismo o l’improvvisazione.

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A volte ritornano: Crisanti e il vaccino

Andrea Crisanti fa sapere che si vaccinerà (Deo gratias!) ma non nel V-Day, da lui definito “una pagliacciata”. Un altro imperdonabile scivolone dell’entomologo capitolino, il cui Ego non tollera forse che l’epidemia scompaia e con essa la visibilità di personaggi come lui.

Un’iniziativa qual è il V-Day ha infatti lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dei vaccini, anche attraverso l’esempio di volti noti, famosi e autorevoli.

Dopo le improvvide e pericolose dichiarazioni di qualche settimana fa, il Crisanti avrebbe perciò dovuto sfruttare l’occasione per fare ammenda e rimediare, nel suo interesse e in quello della collettività.

Ormai, speriamo non sia per un’altra volta.

Stelle, vaccini e complotti: fenomenologia di Andrea Crisanti

Nel corso di un’intervista rilasciata alla fine di settembre, Andrea Crisanti raccontava (la cosa era comunque già nota) di essere stato avvicinato sia dal PD che dal M5S per un’eventuale candidatura al Senato. “Ma preferisco rimanere uno scienziato. E’ così che mi sento più utile. Magari quando andrò in pensione ci penserò, ma mancano cinque anni”. Queste dichiarazioni dimostrano e confermano alcune cose e ne suggeriscono altre. Dimostrano e confermano come, storicamente, in ogni fase critica alcuni Attori e alcune categorie traggano o possano trarre vantaggio dalla situazione, suggeriscono il motivo di un certo protagonismo dell’entomologo capitolino (l’opinionista scientifico più visibile sui media italiani da febbraio), di certe frizioni con Luca Zaia e, forse, delle ultime sortite, discusse discutibili, sui vaccini anti-Covid e su Pfizer e Moderna.

Benché il Crisanti si sia definito, durante la stessa intervista, vicino al PD e alla “terza via” di Tony Blair (!), e “sicuramente non di destra”, la vicinanza anche con il M5S, famoso per le sue posizioni scettiche sulle vaccinazioni, i vaccini e le case farmaceutiche, potrebbe spiegare una certa mentalità “dietrologica” del nostro, tra l’altro già evidenziata quando aveva ventilato l’ipotesi, senza averne la minima prova, che alcune regioni potessero truccare i dati riguardanti il contagio. Anche i suoi elogi al metodo cinese per contrastare il virus potrebbero segnalare un’aderenza all’ideologia ed alle linee del M5S.

Nota: “Se non fosse stato per me Zaia avrebbe combinato un disastro. Il 28 febbraio parlò di epidemia mediatica, poi si è preso il merito e non ho potuto tacere. L’ho trovata una debolezza umana ma non mi sono fatto mettere i piedi in testa e ho difeso i meriti miei e dell’Università di Padova. La gratitudine è un sentimento raro che talvolta genera ostilità”; sempre il Crisanti e sempre nell’intervisa sopracitata. In questo caso risulta invece palese la mancanza di umiltà, buongusto e discrezione, tipica appunto del protagonismo, di un Ego ambizioso. C’è, insomma, un visibile slittamento tra la pacatezza del suo stile e i contenuti che effettivamente esprime e veicola.

Andrea Crisanti: lo strano caso dell’uomo che visse due volte

Dopo le sue ultime dichiarazioni sui vaccini, discusse e senza dubbio discutibili, Andrea Crisanti è riuscito nella missione all’apparenza impossible di diventare un’icona e un punto di riferimento per due mondi completamente diversi, inconciliabili e non comunicanti. Da un lato quello dei razionalisti (se non quasi “scientisti”), nella loro variante più prudente e rigida rispetto all’emergenza Covid, e dall’altro quello dei “complottisti” e dei no-vax.

Un caso unico nel suo genere, un curioso ponte di raccordo, l’entomologo capitolino, tra Burioni e Tarro, tra Povia e Piero Angela, tra ImolaOggi e il CICAP, tra il microscopio e il noncielodicono. Uno “status” che lo renderebbe tra l’altro molto pericoloso, se e quando dovesse portare nuovi affondi contro i vaccini.

Al di là dell’aspetto ironico e faceto (fino a un certo punto) della considerazione, appare evidente come la sovraesposizione mediatica di medici e scienziati sia dannosa non solo per il pubblico quanto per loro stessi, rischiando di comprometterne l’immagine e la credibilità. Come ha ribadito di recente un autorevole geologo,Tozzi, la scienza si fa nei laboratori. Sui media, almeno in questo modo, è solo opinionismo se non addirittura un’arte divinatoria.

I sermoni di don Andrea

“Natale sulla neve è un problema di carattere sociale e morale, perché io, onestamente, non penserei di andare a sciare sapendo che ci sono ancora centinaia di morti al giorno”; così Andrea Crisanti, tre giorni fa su Rainews24.

Qualche settimana prima, lo stesso Crisanti aveva definito “moralmente inaccettabile” riaprire a Natale, alla luce dei 500 morti quotidiani attribuiti al Covid (ogni giorno e da sempre muoiono milioni di persone in tutto il mondo, al di là del virus).

Dopo aver indossato i panni del virologo, dell’epidemiologo e del farmacologo, l’entomologo capitolino sembra voler emulare il premier indossando anche quelli del filosofo, del teologo e del padre spirituale per dirci ciò che probo e ciò che è improbo, ciò che è morale e ciò che è immorale.

All’apparenza solo una boutade, la cosa è in realtà emblematica del fenomeno degli “scienziati mediatici” tipico di questa fase storica almeno in Italia. Persone spesso catapultate sotto i riflettori all’improvviso, esposte ad una visibilità che forse non hanno saputo gestire lasciandosi prendere la mano dall’Ego (nella più indulgente delle ipotesi). Tutto questo, è bene ricordare, non solo a svantaggio loro e della loro immagine (sul medio-lungo periodo), ma soprattutto a svantaggio del pubblico, del cittadino comune.

E’ sempre colpa dei virologi “da salotto”?

Puntare il dito contro il “mittente” (l’intervistato) è spesso riduttivo, perché la responsabilità di una certa, cattiva, informazione, è innanzitutto del “vettore” (i media). In questo caso, emblematico, la prima pagina e il titolo attribuiscono alle dichiarazioni di Andrea Crisanti un ruolo, un peso e un significato che sono lungi dal possedere, dal momento in cui parliamo di un entomologo che non ha nessun legame di collaborazione con i centri della decisione in materia di chiusure e restrizioni (CTS, governo, servizi di sicurezza, ecc). Le opinioni del Crisanti sono tuttavia presentate come verità ineluttabile e inevitabile, facendo non solo della disinformazione (non possiamo sapere cosa accadrà tra un mese e in più il governo si sta muovendo proprio per scongiurare un lockdown natalizio) ma, quel che è peggio, creando ansia e panico. Cosa che è infatti avvenuta, giacché il comportamento de “La Tribuna di Treviso” è stato replicato da molti altri giornali come da notiziari radio e tv di tutta Italia.

Tirare per la giacca medici e scienziati in ambiti che esulano dal loro campo specifico (si vedano anche le recenti polemiche sul vaccino dello stesso Crisanti o del Galli) o chiedendo loro impossibili profezie, non serve ai lettori e non serve nemmeno agli intervistati, il cui Ego è “solleticato” ma con risultati dannosissimi, sul lungo periodo, per la loro immagine pubblica e professionale.

Il Galli che canta ha fatto il complotto (quella strana ma prevedibile parabola)

Dopo lo sconcertante e ostinato Crisanti*, pure Galli, segnalatosi negli ultimi mesi per una comunicazione non proprio orientata all’ottimismo, solleva dubbi sui vaccini anti-Covid fingendo di non conoscere le rigorosissime procedure che anche in caso di emergenza un farmaco o un vaccino devono affrontare per l’approvazione (“pochi dati pubblicati”, “sono favorevole ma prima i dati”).

Posizioni poco responsabili, soprattutto in un’epoca che vede il movimento no-vax molto solido e attivo, ma prevedibili e previste; facendo “scomparire” la pandemia, i vaccini faranno scomparire dalla ribalta anche le figure e i personaggi che si sono trovati al centro dei riflettori da febbraio/marzo (con tutto ciò che ne consegue per loro), e tale consapevolezza li rende forse nervosi e imprudenti, anche solo a livello inconscio.

Questa, si badi bene, è la più indulgente delle ipotesi, altrimenti dovremmo pensare a conflitti d’ interesse di ben altra portata. In ogni caso, si tratta di tentativi tanto disperati quanto inutili; la produzione e la distribuzione dei vaccini e dei farmaci anti-Covid non si fermeranno né rallenteranno per le proteste di anonimi opinionisti italiani, che invece otterranno solo il risultato di compromettere la propria immagine e farsi accostare al complottismo più grottesco dopo una vita dedicata alla scienza.

*Il Crisanti ha detto e intendeva dire esattamente quello che è stato riportato dai media (esistono anche prove audio-visive a riguardo). I tentativi dei suoi “estimatori” di trovare un appiglio esegetico contro la stampa sono comprensibili (non è facile riconsiderare una persona che stimavamo, anche perché in un certo senso questo vuol dire riconsiderare noi stessi), ma l’entomologo aveva dimostrato poca serietà in modo lampante e inequivocabile già mesi orsono (in agosto), quando aveva parlato di “decine e decine” di malati di Covid in TI a Padova mentre non ce n’era nemmeno uno.

Aggiornamento: https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/11/24/vaccino-covid-galli-effetti-collaterali-tra-anni-impossibile-escluderli_LFptGbXHfMH10Ke825bCWM.html

Crisanti e il vaccino: secondo round di un match strano

I vaccini sono una delle imprese più straordinarie della Medicina e dell’ingegno umano, capaci non solo di bloccare sul nascere una malattia potenzialmente letale ma anche di eradicarla, di farla “sparire”. Quelli, imminenti, contro il Covid, sono poi un’impresa nell’impresa, data la rapidità con cui sono stati realizzati. Un traguardo del quale dovremmo andare fieri, tutti, come appartenenti al genere umano. Eppure, in un’intervista di qualche giorno fa, quello della Pfizer (che ha un’efficacia del 90%) per Andrea Crisanti non sarebbe che un “barlume di luce”. Nella stessa intervista e in altre successive, l’entomologo si spinge poi oltre, riciclando interrogativi (già risolti) come quello sulla catena del freddo o sull’efficaia del vaccino stesso, arrivando persino a sollevare dubbi in merito ad una possible speculazione borsistica da parte della Pfizer.

In questi mesi di incessante visibilità mediatica, il Crisanti ha abituato gli italiani a messaggi non improntati all’ottimismo (per usare una formula eufemistica), secondo una posa tanto monotematica che difficilmente potrebbe essere ricondotta ad una volontà di razionale realismo (si vedano alcune fake news come quella sulle TI piene a Padva in estate). Una simile “guerra” al vaccino da parte di un uomo di scienza, che pure in questo caso non è un “addetto ai lavori”, appare tuttavia anomala e incomprensibile. “Guerra”, perché già a ottobre aveva detto che un vaccino a fine anno sarebbe stato pericoloso in quanto non testato sul campo, facendo finta di ignorare le procedure, rigorosissime, che pure davanti ad un’emergenza un farmaco ed un vaccino devono superare per essere immessi sul mercato. Una dichiarazione sconcertante, capace di dare la stura ai peggiori complottissimi “no vax”.

Crisanti non è un vero “addetto ai lavori”, come abbiamo accennato, ma non è uno sciocco e non è un ingenuo. I più maliziosi potrebbero dunque pensare che dietro questi “timori” vi sia la consapevolezza che, facendo sparire il Covid, il vaccino farebbe sparire dalla ribalta anche i personaggi come lui. Ma noi non siamo maliziosi, e non lo pensiamo…

Aggiornamento: nuove e “sorprendenti” dichiarazioni di Crisanti sui vaccini anti-Covid: https://www.huffingtonpost.it/entry/andrea-crisanti-col-primo-vaccino-a-gennaio-non-mi-vaccinerei_it_5fb697f3c5b6f00bd84e4110?fbclid=IwAR0g2pVQS-5z5L-0lWN_QV2VDWG3AWPOC01nKx3w-ar1pg3JwFCmpkrsPfg

Gombloddo!!!1 (parola di Crisanti)

Secondo Andrea Crisanti, le regioni potrebbero manomettere i dati per evitare un lockdown localizzato. Una dichiarazione, se vera e confermata, di una gravità e di una violenza intollerabili. Non è la prima volta che il Crisanti si spinge oltre con le parole, troppo oltre, sconfinando nell’irresponsabilità. L’auspicio è che riveda la sua comunicazione o che qualcuno intervenga a richiamarlo.