Ancora sui nemici del vaccini

In piena ed aperta campagna vaccinale, l’opinionismo catastrofistico di certi ben noti pseudo-esperti (sarebbe superfluo farne i nomi), sempre presenti sui media ad annunciare senza alcuna prova alla mano che ogni nuova variante potrebbe “bucare” i vaccini e/o l’imminenza di nuovi ceppi capaci di fare altrettanto , è oltremodo pericoloso. Questo perché rischia di creare sfiducia e scoramento, convincendo le persone a non immunizzarsi, che sarebbe inutile immunizzarsi.

Benché possa sembrare una soluzione drastica, il governo e i partiti di maggioranza dovrebbero allontanare, e avrebbero il potere di farlo, questi personaggi (che peraltro non hanno spesso alcun ruolo nella gestione della crisi sanitaria) dalla ribalta mediatica, o, al limite, consigliare loro un profilo più basso, maggiore prudenza, maggior rigore scientifico.

Allo stesso tempo, la comunicazione istituzionale andrebbe rivista e corretta anche sotto questo aspetto, perché paventare nuove chiusure pur con una sufficiente copertura delle categorie “fragili” genera ugualmente scetticismo tra i cittadini sull’efficacia e l’utiltà finale della vaccinazione,

La comunicazione d’emergenza è ambito assai complesso e delicato, che impone competenze specifiche e non ammette l’avventurismo o l’improvvisazione.

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Il Galli che canta ha fatto il complotto (quella strana ma prevedibile parabola)

Dopo lo sconcertante e ostinato Crisanti*, pure Galli, segnalatosi negli ultimi mesi per una comunicazione non proprio orientata all’ottimismo, solleva dubbi sui vaccini anti-Covid fingendo di non conoscere le rigorosissime procedure che anche in caso di emergenza un farmaco o un vaccino devono affrontare per l’approvazione (“pochi dati pubblicati”, “sono favorevole ma prima i dati”).

Posizioni poco responsabili, soprattutto in un’epoca che vede il movimento no-vax molto solido e attivo, ma prevedibili e previste; facendo “scomparire” la pandemia, i vaccini faranno scomparire dalla ribalta anche le figure e i personaggi che si sono trovati al centro dei riflettori da febbraio/marzo (con tutto ciò che ne consegue per loro), e tale consapevolezza li rende forse nervosi e imprudenti, anche solo a livello inconscio.

Questa, si badi bene, è la più indulgente delle ipotesi, altrimenti dovremmo pensare a conflitti d’ interesse di ben altra portata. In ogni caso, si tratta di tentativi tanto disperati quanto inutili; la produzione e la distribuzione dei vaccini e dei farmaci anti-Covid non si fermeranno né rallenteranno per le proteste di anonimi opinionisti italiani, che invece otterranno solo il risultato di compromettere la propria immagine e farsi accostare al complottismo più grottesco dopo una vita dedicata alla scienza.

*Il Crisanti ha detto e intendeva dire esattamente quello che è stato riportato dai media (esistono anche prove audio-visive a riguardo). I tentativi dei suoi “estimatori” di trovare un appiglio esegetico contro la stampa sono comprensibili (non è facile riconsiderare una persona che stimavamo, anche perché in un certo senso questo vuol dire riconsiderare noi stessi), ma l’entomologo aveva dimostrato poca serietà in modo lampante e inequivocabile già mesi orsono (in agosto), quando aveva parlato di “decine e decine” di malati di Covid in TI a Padova mentre non ce n’era nemmeno uno.

Aggiornamento: https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/11/24/vaccino-covid-galli-effetti-collaterali-tra-anni-impossibile-escluderli_LFptGbXHfMH10Ke825bCWM.html

Virus e vanità

Perché, vedete, al di là dei vantaggi (reali o presunti) economici, professionali e personali derivati da questa situazione, al di là dei conflitti di interesse (reali o presunti), a pesare c’è anche la più classica, e se vogliamo comprensibile, delle umane debolezze: la vanità. Da semi-sconosciuti “topi” di laboratorio e corsia si sono trasformati in “vip”, visibili e ammirati, fermati per strada, acclamati al bar e al ristorante: “Professore, l’ho vista ieri dalla D’Urso! Ah, com’è intelligente, lei!”…”Professore, l’ho vista ieri a Porta a Porta. Eh, lei è il più chiaro di tutti!”…”Dottore, l’ho sentita ieri al Tg1. Lei ci ha salvati!”. I loro contatti sui social centuplicano, come i like ai loro post, ecc, ecc. Naturalmente non si augurano che la pandemia duri in eterno (sarebbero dei criminali) ma sanno che la sua fine, che è forse non lontana, li riporterebbe e li riporterà alla vita di prima. E questo, almeno a livello inconscio, forse li condiziona e fa dire loro cose imprudenti e azzardate, li rende nervosi. È umano… purché non si vada troppo oltre.