Dopo lo sconcertante e ostinato Crisanti*, pure Galli, segnalatosi negli ultimi mesi per una comunicazione non proprio orientata all’ottimismo, solleva dubbi sui vaccini anti-Covid fingendo di non conoscere le rigorosissime procedure che anche in caso di emergenza un farmaco o un vaccino devono affrontare per l’approvazione (“pochi dati pubblicati”, “sono favorevole ma prima i dati”).
Posizioni poco responsabili, soprattutto in un’epoca che vede il movimento no-vax molto solido e attivo, ma prevedibili e previste; facendo “scomparire” la pandemia, i vaccini faranno scomparire dalla ribalta anche le figure e i personaggi che si sono trovati al centro dei riflettori da febbraio/marzo (con tutto ciò che ne consegue per loro), e tale consapevolezza li rende forse nervosi e imprudenti, anche solo a livello inconscio.
Questa, si badi bene, è la più indulgente delle ipotesi, altrimenti dovremmo pensare a conflitti d’ interesse di ben altra portata. In ogni caso, si tratta di tentativi tanto disperati quanto inutili; la produzione e la distribuzione dei vaccini e dei farmaci anti-Covid non si fermeranno né rallenteranno per le proteste di anonimi opinionisti italiani, che invece otterranno solo il risultato di compromettere la propria immagine e farsi accostare al complottismo più grottesco dopo una vita dedicata alla scienza.
*Il Crisanti ha detto e intendeva dire esattamente quello che è stato riportato dai media (esistono anche prove audio-visive a riguardo). I tentativi dei suoi “estimatori” di trovare un appiglio esegetico contro la stampa sono comprensibili (non è facile riconsiderare una persona che stimavamo, anche perché in un certo senso questo vuol dire riconsiderare noi stessi), ma l’entomologo aveva dimostrato poca serietà in modo lampante e inequivocabile già mesi orsono (in agosto), quando aveva parlato di “decine e decine” di malati di Covid in TI a Padova mentre non ce n’era nemmeno uno.