Dopo le sue ultime dichiarazioni sui vaccini, discusse e senza dubbio discutibili, Andrea Crisanti è riuscito nella missione all’apparenza impossible di diventare un’icona e un punto di riferimento per due mondi completamente diversi, inconciliabili e non comunicanti. Da un lato quello dei razionalisti (se non quasi “scientisti”), nella loro variante più prudente e rigida rispetto all’emergenza Covid, e dall’altro quello dei “complottisti” e dei no-vax.
Un caso unico nel suo genere, un curioso ponte di raccordo, l’entomologo capitolino, tra Burioni e Tarro, tra Povia e Piero Angela, tra ImolaOggi e il CICAP, tra il microscopio e il noncielodicono. Uno “status” che lo renderebbe tra l’altro molto pericoloso, se e quando dovesse portare nuovi affondi contro i vaccini.
Al di là dell’aspetto ironico e faceto (fino a un certo punto) della considerazione, appare evidente come la sovraesposizione mediatica di medici e scienziati sia dannosa non solo per il pubblico quanto per loro stessi, rischiando di comprometterne l’immagine e la credibilità. Come ha ribadito di recente un autorevole geologo,Tozzi, la scienza si fa nei laboratori. Sui media, almeno in questo modo, è solo opinionismo se non addirittura un’arte divinatoria.