Alla fine degli anni ’50, gli analisti statunitensi Bernard Brodie, William Kaufmann e Albert Whohlstetter suggerirono un netto cambio di passo nella dottrina nucleare e militare del Paese, più nel dettaglio il superamento dell’idea della rappresaglia massiccia a vantaggio di guerre di contenimento limitate, sul modello coreano.
Guerre che non cercassero la vittoria ad ogni costo e come unico obiettivo, ma più che altro lo stallo dell’avversario e di inviargli “messaggi” e “avvertimenti”.
Una linea condivisa anche dalla celebre Rand Corporation, che in caso di conflitto con Mosca proponeva di colpire solo obiettivi “counterforce” (militari), e aderente alla “Teoria dei Giochi”. Poi applicata sul campo (non solo dagli USA), lo è oggi nel teatro ucraino, dove il blocco atlantico sembra cercare di contenere, sfibrare e “avvertire” la Federazione Russa pur non partecipando in modo diretto alle ostilità.
*Think tank statunitense fondata nel 1946 e molto nota proprio per i suoi studi sulla “Teoria dei Giochi” in relazione alla geopolitica