Il maccartismo ai tempi del Covid

Qualcuno sta paragonando il periodo che stiamo vivendo al maccartismo, nello specifico la tendenza ad accusare di “negazionismo” (e di egoismo, stupidità ed analfabetismo funzionale) chiunque mostri e manifesti dissenso, anche in maniera lucida o tiepida, rispetto alla linea ancora dominante.

Il paragone è centrato ed ha una sua ratio storica, perché oggi come allora domina un timore spesso irrazionale (anche i maccartisti e le destre reazionarie parlavano tra l’altro di “contagio” a proposito della diffusione delle idee comuniste e socialiste) e perché oggi come allora si assiste ad un tiro al bersaglio cieco e indiscriminato, una spirale verso il basso in cui il pensiero critico e la differenza sono demonizzati e la sfumatura non ammessa, considerati metastasi da combattere ed estirpare.

In comune con il maccartismo c’è anche la denuncia e la segnalazione “de facto” di chi non rispetterebbe le “regole”, dai runner solitari ai 16enni che si baciano togliendosi la mascherina, ecc.

Il maccartismo fallì e fallì male, tuttavia, portandosi dietro i suoi sostenitori; questo perché in un circuito democratico ed avanzato un approccio isterico e liberticida non può mai sopravvivere e prosperare, oltre il breve termine.

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