Appunti di comunicazione : L’ esperto inconsapevole

Secondo alcune teorie, le donne possiederebbero una maggiore capacità di comprensione del linguaggio non-verbale. Essendosi dovute occupare nel passato quasi sempre da sole dei figli piccoli, avrebbero infatti imparato a riconoscerne meglio i bisogni espressi con i gesti. Relegate per lungo tempo a ruoli subalterni, sarebbero state comunque costrette obtorto collo a codificare e utilizzare più degli uomini i segnali non-verbali. Tutto ciò le avrebbe rese anche più sensibili.

Occorre ad ogni modo precisare come questa dote sia innata, indipendentemente dal genere di appartenenza, ma che venga perduta o ridimensionata nel corso della vita, sia a causa della preponderanza del linguaggio logico (parlato) sia perché le nostre società inducono spesso l’individuo a nascondere le emozioni, se non a ritenerle qualcosa di sbagliato o sconveniente.

La comunicazione analogica (non-verbale), quella prossemica, cinesica e digitale*, non mente, quindi, ma è di norma strettamente legata alle emozioni e di esse è espressione e in ultima analisi chiave di lettura.

*la prossemica riguarda il nostro rapporto con lo spazio, la cinesica riguarda i gesti che compiamo quando parliamo mentre la digitale studia il contatto fisico

Pubblicità

Capire la propaganda

Cuperlo

 

Questo manifesto costituisce un piccolo saggio di genialità propagandistica da parte dei creativi al servizio di Gianni Cuperlo.

Abbiamo un messaggio forte, conciso e convincente, a favore delle donne, collocato sopra l’immagine dell’Italia. Ma, a ben vedere, non si tratta di un’immagine qualsiasi; nel tipo di prospettiva opzionata, infatti, la figura del nostro Paese si va restringendo, mano a mano che si sale, da Sud a Nord, fino a far quasi scomparire il Settentrione. A dominare la scena, il Sud e, in particolare, la Sicilia. E’ stato quindi scelto un accostamento ed un frullato concettuale tra due simbologie ad altissimo impatto emotivo e sociale perché caratterizzate (ed offese) dal pregiudizio e da una cultura di tipo discriminatorio: le donne e, appunto, il Meridione italiano. Sarà quindi lecito parlare di propaganda di tipo “sociologico”, dove il messaggio, incapsulato nell’emotività e nel “politically correct”, viene, in parte, sottaciuto.

Il mio vuol essere un contributo (personalissimo) sul metodo e non sul merito.

 

Sull’otto marzo

L’8 marzo può essere “morattianament­e” snobbato, valorizzato, discusso o ridotto ad una semplice occasione di svago e di convivialità, anche trivialmente spiritosa. Può, ancora, diventare un ottimo palcoscenico per tematiche trascurate o banalizzate, come per esempio la sicurezza, declinazione prima e primaria del concetto di libertà troppo spesso, de facto, negata alle donne in nome di una lettura distorta ( e ideologica) della problematiche sociali alla base dell’attitudine­ criminale. Quando però si trasforma nella cassa di risonanza del revanscismo di genere più violento e frustrato, nel volano del sessismo misandrico e nella crudeltà sleale della semplificazione­, allora un campanello di allarme dovrebbe intervenire con tutta la sua invadenza cacofonica, e questo, innanzitutto, nell’interesse della donna. Buona ricorrenza, donna d’Onna