Nucleare tattico? Dieci motivi per non avere paura

1) sviluppato come tecnologia e concetto strategico negli anni ’50 del Novecento (per la prima volta dagli USA con il Progetto VISTA), quando si temevano repentini e catastrofici sfondamenti nemici nel fronte europeo, il nucleare tattico o a basso rendimento non avrebbe un’utilità effettiva nel conflitto attuale, considerando che le forze ucraine non muovo in massa e su ampi spazi né stanno giocando un qualche ruolo decisivo a favore di Kyïv bunker o fortezze inespugnabili in modo convenzionale 2) dal punto di vista russo, usare il nucleare tattico o a basso rendimento nei territori occupati per fermare l’avanzata nemica significherebbe, dopo il “referendum” della settimana scorsa, usarlo in “casa”, contaminando i “propri” territori 3) anche dopo il “referendum”, i territori occupati sono Russia ma non lo sono, ed una loro invasione sarebbe cosa ben diversa rispetto ad una vera minaccia vitale per la Federazione 4) usare il nucleare tattico o a basso rendimento contro un avversario teoricamente molto più debole sarebbe, a sua volta, una clamorosa ammissione di debolezza, quindi un clamoroso danno in termini di immagine e prestigio 5) usare il nucleare sottrarrebbe ai russi un’arma importante sotto il profilo politico e propagandistico, dato che non potrebbero più accusare gli USA di essere stati i soli ad averlo fatto 6) detonare un ordigno nucleare a scopo dimostrativo (magari nell’ Isola dei Serpenti) rischierebbe di ridicolizzare Mosca, se poi non andasse oltre (questo perché è già noto siano una potenza nucleare) 7) i pochi alleati del Kremlino, già abbastanza freddi, si allontanerebbero ancora di più dalla Russia 8 ) è in ogni caso difficile che gli ucraini riescano a riprendersi tutti i territori occupati 9) in questi mesi l’esercito ucraino ha già colpito territori sotto la giurisdizione russa 10) “last but not least”, i russi rischierebbero una devastante reazione occidentale (USA-NATO), dalla conseguenze imprevedibili e insostenibili per loro

In conclusione: lo spettro del nucleare tattico è con molte probabilità un’operazione di pressione psicologica (PsyOps), un “gioco di prestigio”, propaganda che l’establishment russo e i suoi canali di appoggio esterni mettono in scena per spaventare l’opinione pubblica dei paesi occidentali, cercando di destabilizzarne così i governi. Mosca, è utile ricordarlo, adotta questa tecnica (che tradisce debolezza) da quando si dotò delle atomiche, alla fine degli anni ’40 del secolo scorso. Neanche il periodo gorbacioviano fece eccezione.

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La scimitarra spuntata del saladino: perché Kadyrov minaccia (a vuoto) la Polonia

Il presidente ceceno e criminale internazionale Ramzan Akhmatovič Kadyrov (figlio dell’ex presidente ceceno e criminale internazionale Achmat Abdulchamidovič Kadyrov) minaccia di nuovo la NATO e la Polonia, dichiarando che dopo Kiev toccherà a Varsavia.

Come già detto, simili uscite sono solo una forma di propaganda, “interna” (diretta alla platea russa, per galvanizzarla), ed “esterna” (diretta ai cittadini dei paesi occidentali e avversari, per spaventarli*), tuttavia la loro reiterazione rischia, alla lunga, di far perdere ogni credibilità alla retorica muscolare russa, togliendo così a Mosca uno dei suoi strumenti più efficaci, e di ridicolizzarne i mittenti.

Già adesso le minacce nucleari e militari russe sembrano infatti avere molta meno presa, nei loro bersagli.

*in questo caso si può parlare di vere e proprie PsyOps (Psychological Operations), mentre in entrambi i casi si può parlare di propaganda “grassroots” (diretta al “prato”, il “grass”, la base, i cittadini comuni)