
Il “Messaggero” fa passare un’esercitazione (o una manovra di pressione psicologica) russa come un imminente attacco nucleare, come un’imminente Terza Guerra Mondiale. La strategia del terrore veicolata dai media, che abbiamo abbondantemente sperimentato ai tempi del COVID, torna e si ricicla adattandosi al nuovo scenario.
Al di là delle sue motivazioni (commerciali o politiche), un pessimo esempio di informazione ed un affronto alla deontologia. Si crea il panico e si confonde, di nuovo, causando danni sociali terribili, di nuovo.