Perché ti dicono che sei “negazionista”: l’argomento fantoccio

Nella comunicazione del governo, dei suoi influencer, dei suoi canali propagandistici e, come conseguenza finale, dei suoi simpatizzanti, potremo oggi notare un abbondante ricorso all’escamotage dell’ “argomento fantoccio”. Una “fallacia logica che consiste nel conf”utare un argomento proponendone una rappresentazione errata o distorta”, un’estremizzazione ed una semplificazione spesso ad elevato impatto emotivo.

Più nel dettaglio e nel caso di specie (l’emergenza Covid), la critica, anche quando razionale, alle scelte dell’esecutivo e/ o alla sua versione dei fatti, viene dirottata su un argomento diverso, su un piano concettuale diverso, ad esempio il “negazionismo”, l’accusa di “negazionismo”. Lo scopo è togliersi da una situazione difficile mettendoci l’interlocutore/avversario. Una tattica comunicativa e propagandistica che è parente stretta della “proiezione” o “analogia” e dell’ “attacca il messaggero”.

Ad essa si sta accompagnando l’uso della “falsa dicotomia” (o “falso dilemma” o “fallacia della falsa scelta”), per cui l’unica alternativa alle soluzioni del Conte II ed alla narrazione dominante sarebbe abbandonare i malati, come farebbero in Svezia e in Svizzera (non è vero).

I “negazionisti” esistono, anche se per fortuna sono pochi, ma non sono certamente tutti coloro i quali esprimono e stanno esprimendo il loro dissenso riguardo l’approccio governativo e mediatico alla crisi sanitaria.

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