L’ANPI, le bandiere della NATO e quelle palestinesi

L’ANPI non è irrazionale quando chiede che ai cortei del 25 Aprile non vengano portate le bandiere della NATO, ammesso e non concesso che a qualcuno sia venuta un’idea del genere. Ciò dovrebbe tuttavia valere anche per le bandiere di quegli stati e di quei popoli che non solo non parteciparono alla guerra di liberazione ma i cui leader furono alleati dei nazi-fascisti e che oggi negano ad altri stati, democratici, il diritto ad esistere. Bandiere e vessilli che invece compaiono ogni anno, per scopi politici e propagandistici che nulla hanno a che spartire con la ricorrenza. Pensiamo alla cosiddetta Palestina, ma non solo.

Nota: L’ANPI deve capire che quella democrazia restituitaci dagli Alleati e dai partigiani (ormai pochissimi, anche all’interno nell’organizzazione) ha nel dialogo e nel confronto uno dei suoi fondamenti, perciò è del tutto fuori luogo rispondere con il vittimismo aggressivo alle critiche, invocare una sorta di principio di infallibilità o di lesa maestà in ragione della propria storia.

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