Chi attacca le politiche economico-strategiche occidentali bollandole, con una piccola concessione al qualunquismo, come imperialistiche, egoistiche e parassitarie, dimentica che vivere in Occidente lo rende, ipso facto, parte, protagonista e complice (in quanto consumatore) del sistema produttivo e politico contro il quale lancia gli strali della sua moralità.
Ogni gesto, anche quello che ci appare più scontato (proprio perché ne siamo assuefatti), come accendere l’auto, usare il pc o mandare un sms, infatti, non soltanto arreca una ferita all’ecosistema ma è frutto e risultato di quel benessere e di quello status quo resi possibili, anche e ad esempio, dalle missioni militari, dall’opera delle multinazionali, dalla vendita di armi al Terzo Mondo. Piaccia o meno.
Il singolo potrà, questo certamente, limare e ridurre, con l’opera quotidiana, certi eccessi e la loro funzione anestetizzante, ma non potrà mai rivendicare una superiorità morale, rispetto all’altro, né chiamarsi fuori da responsabilità che sono collettive, quindi anche sue.