La rinascita della Lega Nord ha colto di sorpresa quanti, tra analisti ed osservatori, davano il Carroccio per spacciato dopo i crolli elettorali seguiti agli scandali che avevano interessato la classe dirigente bossiana.
A stupire era essenzialmente come un movimento che ha fatto della questione morale uno dei suoi cavalli di battaglia potesse tornare credibile e competitivo dopo aver tradito in modo tanto clamoroso i principi dell’etica politica. Queste analisi non tenevano conto della reale natura della Lega Nord, ovvero quella di partito “identitario” e non “etico”.
La questione morale è infatti sempre astata accessoria e consequenziale alle vere rivendicazioni del Carroccio , legata precipuamente alla fase localista-antimeridionalista ( a voler dimostrare l’insostenibilità della convivenza con il Sud) per poi ridimensionarsi ulteriormente nella transizione verso l’impianto odierno, nazionalista-xenofobo.
L’affermazione e il lancio mediatico di un personaggio carismatico, appartenente ad una nuova generazione dirigenziale e capace di riprendere con efficacia le tematiche del populismo identitario (lotta ai rom, all’immigrazione, ecc), è dunque stata sufficiente a ridare linfa al partito*.
Ben diverso il destino di un soggetto come l’IdV, partito etico che non seppe per questo reggere l’urto delle inchieste giudiziarie e degli scandali (in qualche caso montature mediatiche) che lo travolsero.
*Anche per questo, la Lega sembra resistere ai nuovi scandali.
Etichettare la lega come xenofoba significa non conoscerla. La lega è ed è sempre stata aborigenofila. Cioè non è contro lo straniero è “a favore ” dei locali. Tant’è vero che i primi candidati africani, il primo sindaco di origine africana son leghisti mi pare.