La ricercatrice, la ministra e la falsa emergenza sulla “fuga dei cervelli”

La vicenda della ricercatrice Roberta D’Alessandro, che dal suo spazio Facebook ha lanciato un “j’accuse” contro il Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini lamentando una presunta disattenzione delle nostre istituzioni verso i giovani laureati, ha fatto tornare alla ribalta il fenomeno del “brain drain”’, ovvero la “fuga dei cervelli” all’estero.

Tematica tra le più scottanti nel dibattito contemporaneo, il “brain drain” italiano non ha, tuttavia, quei contorni di emergenzialità che una certa pubblicistica vorrebbe conferirgli.

Analizzandolo più nel dettaglio, potremo infatti notare come l’Italia sia soltanto nona per numero di laureati “in fuga”, alle spalle di Australia, Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Germania e India (Paesi avanzati e con un elevato grado di istruzione). Osservando invece il numero totale degli emigranti europei, ci accorgeremo di essere alle spalle di Federazione Russa, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna.

Sebbene piaghe quali l’ipertrofismo burocratico, il nepotismo e la scarsità dei fondi destinati alla ricerca e all’istruzione siano reali ed evidenti, è tuttavia necessario osservare il percorso dell’analisi razionale, per non cedere il passo ad un allarmismo che ha, sovente, un backround ideologico.

L’ ansia da informazione: un rischio per il nostro Paese.Secondo lo studioso americano Saul Wurman, l’eccesso quantitativo di informazioni mediatiche può dare origine ad un fenomeno, potenzialmente molto insidioso, detto “information anxiety” (ansia da informazione).

Bombardato da imput di ogni genere, il cittadino rischierà, secondo Wurman, di perdere il suo senso dell’orientamento cognitivo, ancor più se questi imput saranno di carattere sensazionalistico-allarmistico. Tra le nazioni maggiormente esposte all’ “information anxiety”, per il massmediologo Mauro De Vincentiis, l’Italia, Paese in stato perenne di emergenza emotiva ( a confermarlo, la capacità di sedimentazione di “fattoidi”* quali il “brain drain”, l’ “emergenza” suicidi, l’ “emergenza” criminalità, l’ “emergenza” immigrazione, ecc).

*nel gergo della comunicazione, il “fattoide” è un non-fatto, una “bufala” o una bufala parziale creata e manipolata ad arte da chi fa informazione

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