Il caso – Perché si parla di malasanità e non di buona sanità L'”asimmetria negativa” e il pessimismo mediatico.

Secondo l’ OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), l’Italia è il Paese con l’aspettativa di vita più lunga alla nascita: 80,9 anni. Sette mesi più dei francesi, un anno e otto mesi più dei britannici e ben tre anni più degli statunitensi.

L’ OMS (Organizzazione mondiale della sanità), inoltre, inserisce il servizio sanitario italiano al secondo posto, su scala mondiale, per qualità e capacità dell’assistenza offerta rispetto alle risorse investite.

Un quadro più che favorevole, dunque, al quale si aggiungono le molte eccellenze vantate nel settore dal nostro Paese. Il cittadino italiano, tuttavia, tende ad avere un’idea negativa del SSN e a nutrire in esso una scarsa fiducia; questa antinomia tra la sanità “reale” e quella “percepita” è il frutto di quella che gli esperti di comunicazione definiscono “asimmetria negativa”, ovvero la tendenza, da parte dei media, a dare risalto alle notizie a carattere più negativo.

L’asimmetria negativa è strettamente legata all’ “information anxiety” “(ansia da informazione”), uno stato ansioso da sovraccarico di notizie di segno pessimistico.

Le cause di questa scelta contraria ai principi fondanti la deontologia giornalistica vanno ricercate nell’interesse economico (l’episodio negativo è più “notiziabile”, quindi richiama un numero maggiore di fruitori) e politico (le testate contrarie all’establishment di turno strumentalizzano l’evento infausto allo scopo di danneggiare la parte avversa).

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