Il successo del modello svedese, oggi riconosciuto anche dall’ OMS, andrà senza dubbio contestualizzato, tenendo presente come le differenze tra un paese e l’altro, tra uno scenario e l’altro, rendano spesso difficile o impossibile concepire soluzioni univoche e standardizzate.

Quello che tuttavia non può non balzare agli occhi è il fatto sia stata smentita la narrazione che voleva e vuole demonizzare la Svezia (tra le comunità più progredite al mondo), presentandola come un paese egoista, incosciente, negazionista, sprovveduto, folle, quasi prossimo all’eugenetica nazista (!).
Un atteggiamento che rientra in una strategia propagandistica e comunicativa precisa, mirata a colpire non solo la leadership scandinava ma chiunque prenda le distanze da un certo approccio e da una certa narrazione, oggi ancora dominanti, rispetto al problema Covid.
Vivo in Svezia da 10 anni, la cosa più importante per loro è farsi belli agli occhi del mondo, che si immagina ancora Pippi e gli Abba come i principali abitanti del Regno di Svezia. La realtà è diversa, e sanno qualcosa i parenti dei 6000 morti (pari a quelli italiani, se moltiplicati in base alla popolazione). Gli altri si riempiono la bocca.
PS
La pandemia non è finita e le bugie propagandistiche che la stessa Svezia sta raccontando, verranno a galla.