Oggi come nel 2007, a mettere a rischio il varo di un dispositivo che tuteli le “unioni di fatto” sono la mancanza di un maggioranza reale al Senato da parte del centro-sinistra (anche includendo l’ala cattolica del PD) e la disomogeneità della sua comunità parlamentare.
Puntare il dito contro elementi esterni quali il M5S, forza di opposizione estranea alle piattaforme valoriali del socialismo e del socialismo democratico, è dunque un “modus operandi” tanto immaturo quanto intellettualmente disonesto.
Altro errore marchiano, l’incaponimento sulla non urgente “stepchild”, che ha offerto un pretesto ideale al centro-destra per delegittimare l’intero DDL.