Nel suo nuovo libro “Italiani voltagabbana”, Bruno Vespa cita la prima Guerra Mondiale e il passaggio dalla Triplice Alleanza alla Triplice Intesa come una delle prove di una nostra (da lui supposta) incoerenza. Come già ricordato in altre occasioni, la Triplice Alleanza fu un patto a carattere difensivo, pertanto, aggredendo la Serbia, l’Austria-Ungheria venne meno al principio ispiratore della firma, sollevando quindi l’Italia da ogni obbligo nei suoi confronti.
Inoltre, il terzo partner, la Germania, affondò nel 1915 un nostro piroscafo, l’ ”Ancona” (massacrando anche i suoi naufraghi), compiendo in questo modo un atto di guerra in piena regola prima che fossero state aperte ufficialmente le ostilità tra Roma e Berlino.
Vespa si conferma dunque uno scrittore d’accatto, quello che gergo del disprezzo giornalistico e letterario viene definito un “pennivendolo”. Non pretende, l’osservatore attento, lo scibile di un Pierre Renouvin (che Vespa probabilmente scambierebbe per una mezza punta del Paris St.Germain) ma una conoscenza, minima e dignitosa, della materia.
Gli consigliamo un ritorno ai plastici della villetta di Garlasco.