Un secolo di sconfitte ha plasmato il DNA di una certa sinistra, rendendola oppositiva per principio, “contro” e non “per”, orientandola cioè a preferire l’opposizione al governo, a vedere nella protesta in quanto tale la propria dimensione, la propria fonte di energia. Una rivoluzione ed uno scollamento rispetto agli stessi indirizzi socialisti.
Ecco perché, oggi, quella sinistra festeggia la caduta di Draghi, pur sapendo che a breve sarà quasi certamente un centro-destra a guida meloniana ad avere le chiavi del Paese.