
“Mosca non rifiuta di tenere i colloqui di pace, ma più passa il tempo e più saranno complicate le negoziazioni”; così Vladimir Putin, qualche giorno fa davanti alla Duma.
Il presidente russo introduce (dopo le consuete minacce militari) un elemento di novità, poiché accanto ad un’apertura alla diplomazia, anch’essa da intendersi come una semplice “prassi”, avverte circa la difficoltà di giungere alla pace se non si lavorerà presto in tal senso. Potrebbe essere una “minaccia”, di nuovo, ma anche un invito a sedersi quanto pima al tavolo delle trattative fatto da un leader ormai consapevole delle difficoltà del proprio esercito e del proprio Paese e dell’impossibilià di raggiungere gli obiettivi prefissati.