
Chi sostiene che il nostro Paese e l’Occidente siano in guerra con la Russia, intesa non come una proxy war ma come una guerra “aperta”, “diretta”, “calda”, sta spesso facendo della propaganda. Sta cioè cercando di far leva sulla paura del bersaglio, e di far leva su argomenti indubbiamente nobili come la difesa della pace e della vita, per indebolire il fronte anti-russo senza esporsi e tradirsi.
In realtà, ed è bene non dimenticarlo mai, sono gli ucraini e i soldati russi a vivere la guerra, a subire la guerra, ad essere in guerra. L’Italia e l’Occidente restano nella loro “comfort zone”, che non hanno mai voluto e non voglio compromettere (giustamente) proprio per evitare conseguenze imprevedibili.