La sinistra che difende Putin, tra coerenza e contraddizioni

La sinistra che sostiene Mosca non è obsoleta e anti-storica per la sua opposizione alla NATO e agli USA. Al contrario, è sotto tale aspetto coerente, razionale e scientifica. Questo perché NATO e USA sono due realtà oggettive e presenti, che oggettivamente perseguno linee proiettive ed espansionistiche. Lo diventa tuttavia nel momento in cui vuol vedere nella Russia odierna la continuazione dell’URSS, defunta da 30 anni (URSS trasformatasi peraltro in “revisionista” già dopo Lenin).

Soprattutto, sostenendo Mosca in opposizione alla NATO e agli USA cade in un cortocircuito sistemico, giunge ad una frattura ontologica, ad un marchiano paradosso politico, poiché per combattere un imperialismo ne difende un altro, forse peggiore. L’offensiva contro il blocco atlantico, si faccia attenzione, non è infatti un principio ideologico, non ha “vita propria” ma discende direttamente dal marxismo, dal rifiuto dottrinale dell’imperialismo, dunque così facendo l’effetto soverchia la causa, il “figlio” uccide il “padre”. Si ha un ribaltamento valoriale, completo, che sabota la bussola. Una contraddizione che non a caso non si evidenzia nei segmenti più “ortodossi” della sinistra “radicale” italiana, ad esempio il PCL, il PMLI o AC.

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