Quirinale – Dai peones alla “colpa” di Mattarella

L’indebolimento progressivo dei meccanismi di selezione ha fatto sì che avessero accesso alla Camera ed al Senato personaggi letteralmente “senza arte né parte”, privi cioè di un orizzonte al di là del Parlamento. Questo porta (obbliga) costoro, i cosiddetti “peones”, a guardare innanzitutto al loro interesse diretto e contingente e, forse ma in un secondo tempo, a quello del Paese. Dall’estremo di una politica consentita di fatto ai soli benestanti siamo passati al problema opposto, ovvero ad una politica come salvagente e sbocco per persone altrimenti senza prospettive. Un vulnus pericolosissimo, da correggere il prima possibile.

Quanto a Mattarella, un giudizio del tutto personale: come cittadino che ha preso le distanze dalla narrazione dominante sull ‘ “emergenza sanitaria” e dalle misure governative (del Conte II e del Draghi), pagandone il prezzo, non mi sono sentito difeso e tutelato da lui, massima carica dello Stato. E come me molti altri, che in modo democratico, pacato e civile hanno dissentito, esercitando un diritto costituzionale. Né gli ho visto prendere posizione contro l’infodemia tossica di questi due anni. Questo peserà, sulla sua storia.

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