
I funerali sono eventi dall’enorme potere/significato simbolico ed evocativo, nel caso di vittime famose, o quando inseriti in un contesto di importanza nazionale, carichi di valenze metaforiche di natura sociale e politica, parti di un “presente storico” che diviene tale grazie al « sentimento di partecipazione delle masse al destino nazionale » (P. Nora), A tal proposito Ravveduto osserva invece che « si ha in questo modo una congiunzione tra memoria pubblica e memoria autobiografica in cui i ricordi sono la proiezione dell’immaginario sociale ».
E’, se vogliamo e al di là di ogni altra valutazione sulla loro origine e sui meccanismi che le hanno rese virali, ciò che è accaduto e sta accadendo con le immagini dei camion di Bergamo, un “corteo funebre” pur in assenza di funerali.
Sempre tornando a Ravveduto, i media svolgeranno allora « una triplice funzione, “commemorativa”, “riparatoria”, “trasformativa”; attivano la ciclicità dell’anniversario, aiutano l’elaborazione di un trauma storico, indicano una strada praticabile (in questa circostanza il sostegno alla politica emergenziale dei governi Conte II e Draghi, ndr ».
Le immagini come un cenotafio mediale, dunque, che ammonisce e mostra il percorso da seguire con l’autorità e il ricatto morale che derivano dallo status delle vittime.