
Uomini come lui non sono infatti “semplici” imprenditori informatici o “semplici” manager del web, ma istrioni, visionari eccentrici e “filosofi”, “nerd” geniali artefici e discepoli allo stesso tempo di un pensiero che è un intreccio tra il new age, l’orientalismo, il determinismo tecnologico, l’ecologismo, l’etica del lavoro protestante e l’anarchisimo, e di cui Burning Man è ad esempio una delle massime espressioni.
Uomini che coltivano l’idea e il sogno di un mondo “nuovo”, più sostenibile e il più possibile libero dalle insidie vecchie e nuove, fondato su nuove e strabilianti dinamiche sociali e dove la tecnica avrà/avrebbe un ruolo di assoluto dominio, non solo da un punto di vista economico e lavorativo. E, d’altro canto, la costruzione di un mondo “nuovo”, secondo alcune di queste linee di indirizzo, è proprio uno degli scopi della “Bill & Melinda Gates Foundation” (in tema di insidie, le epidemie/pandemie sono da sempre una delle più grandi ansie del Gates).
E’ dunque lecito pensare che lui e ad altri grandi nomi delle nuove techno-corporation stiano cercando di cogliere la palla al balzo per dar seguito alle loro ambizioni più ardite e visionarie? Forse no, sebbene certi riferimenti, continui e martellanti, ad una “nuova normalità”, a cambi di rotta e alla sopravvivenza, anche nel mondo post-Covid, di alcune regole e abitudini d’emergenza (si pensi proprio allo smart working), lascino qualche interrogativo in sospeso.
Quale sia la verità, il ruolo di certi Attori nella fase attuale meriterà senza dubbio un approfondimento, un lavoro di scavo che metta da parte ogni stimolo preconcetto per armarsi del distacco razionale, tipico dello storico e del buon cronista. È infatti bene ricordare che una “cospirazione” può, per essere tale, anche andare dalla M alla N, non deve necessariamente andare dalla A alla Z. Può, cioè, essere un intervento isolato ed esterno, in corso d’opera, quando l’opera è ideata e gestita da un soggetto diverso oppure è frutto del caso.