Giuseppe Sala: l’uomo senza peccato

« A PROPOSITO DEI NAVIGLI.
Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità (il numero l’ho ricevuto dal Prefetto). E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Questa è la realtà. Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano?
E poi, ci lamentavamo quando il Governo precedente decideva dalla sera alla mattina il cambio di “colore”, ora che la decisione viene comunicata tre giorni prima vedete tutti cosa succede.
Di fronte a questi dati di realtà, la maggior parte dei commenti sono sulla mancanza delle forze dell’ordine. Io però sto dalla loro parte, dalla parte di uomini e donne che sono lì a lavorare e non dalla parte di chi non tiene un comportamento adeguato alla grave crisi sanitaria che stiamo attraversando. Ma se viene meglio scrivere a lettere cubitali “DOVE ERANO POLIZIOTTI E VIGILI?” cosa volete che vi dica? Solo che continuerò a lavorare, a metterci la faccia. Con pazienza, dedizione e misura, come il mio ruolo richiede.
Un’ultima riflessione. L’ho detto ieri, con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità. »

Così (in un Italiano incerto) Giuseppe “Beppe” Sala, sindaco di Milano, in un post di poche ore fa.

Il Sala rirprende l’ormai stantia tecnica comunicativa e propagandistica basata sulla demonizzazione del cittadino comune, prima linea del fronte, delegandogli l’obbligo e l’onere della soluzione della “crisi” sanitaria. Questo se le cose vanno male, intendiamoci, perché quando vanno bene l’establishment avoca a sé ogni merito. Non una parola di autocritica e soprattutto non una parola di comprensione, da lui, un privilegiato, per uomini e donne ormai stremati, messi invece all’indice in quanto “colpevoli” di volere solo un po’ di svago prima dell’ennesima, e magari inutile, stretta. Una posizione oltretutto illogica e puerile, dal momento in cui se si consente alle persone di circolare liberamente in città e a negozi e bar di restare aperti è inevitabile si creino “assembramenti”. Il Sala si affretta tuttavia a difendere senza se e senza ma l’operato delle forze dell’ordine, “sacre” e intoccabili anche per la sinistra borghese.

Tecnica stantia, si è detto, perché viene impiegata ormai da un anno senza soluzione di continuità (in principio gli “untori” furono i runner), soprattutto da una parte politica, il centro-sinistra. Una guerra dei governanti ai loro cittadini, che non ha riscontro nella storia recente e che finirà con l’esasperare una situazione già drammatica e pericolosissima. I vertici del Paese stanno dimostrando la stessa miopia di quei monarchi settecenteschi e ottocenteschi arroccati sulle loro torri d’avorio. Finì male.
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