
Ebbene, al di la dell’aspetto più prettamente dottrinale e teologico, siamo davanti ad una tecnica comunicativa e persuasiva ben precisa, uilizzata per farci apparire insopportabile il presente terreno in modo da “venderci” meglio la loro soluzione: la promessa di un Eden dove potremmo entrare e vivere in eterno solo divenendo membri dell’ organizzazione.
Ed è qui che sta la grande differenza, il limes, tra i millenaristi, quelli veri, e quelli del Covid: mentre i primi hanno e offrono comunque una via di uscita e un speranza, i secondi (giornalisti, tele-virologi, politici, opinionisti, ecc) non vedono e non offrono nulla oltre il virus, al quale si deve cieca “obbedienza” come fosse un vero e proprio “Dio”. Un “Dio”, figlio del pipistrello e non di un Geova, di uno Yahweh o di un Allah, sulla cui onnipotenza e onnipresenza non è consentito dubitare, pena lo stigma e l’ostracismo (e qui si torna a dinamiche della psicologia sociale tipiche delle sètte e del settarismo).