Uno dei fenomeni carattteristici di questi mesi è che le previsioni negative, quando sbagliate, risaltano in genere meno rispetto a quelle, altrettanto sbagliate, positive.
Ciò avviene non solo perché la narrazione ancora dominante è orientata ad un approccio ansiogeno ma anche perché , in un contesto difficile e doloroso, le prime tendono a diluirsi con la realtà, mimetizzandosi con essa, mentre le seconde hanno un compito più oneroso e problematico, inserendosi in un scenario appunto complesso e critico che devono “ribaltare” (si aggiungano le enormi aspettative create).
Quando errata, la previsione ottimistica verrà enfatizzata e spiccherà quindi oltremodo, con grave e spesso immeritato danno al suo mittente.