
Se al mafioso, al camorrista, al terrorista ed allo stesso criminale “comune” possiamo concedere il benefico di una riflessione razionale che metta da parte l’emotività della rabbia, considerando le condizioni di disagio da cui spesso provengono e l’indottrinamento che spesso subiscono fin dai primi anni di vita, chi invece specula su una situazione come quella che siamo vivendo, veicolando una comunicazione allarmistica, ansiogena e scorretta per trarre vantaggio (giornalisti, politici, medici, scienziati, divulgatori, opinionisti, ecc), non solo non avrà alcuna scusante ma risulta e ci appare ancor più spregevole e abietto.
Predatori, nell’accezione peggiore del termine, che vanno a caccia dell’altrui paura e dell’altrui insicurezza non già per sopravvivere ma per arricchirsi, per seguire le sirene di un Ego tossico e intossicato, per avanzare socialmente e professionalmente.
La Storia non potrà che emettere una sentenza di condanna contro costoro, durissima e senza possibilità di appello.