
La restrizione non come misura lucida e razionale ma come vettore propagandistico (propaganda “agitativa”), per convincere usando la paura e lo schock emotivo. Torna il frame che già rilanciò qualcuno sull’obbligo delle mascherine da soli e all’aperto (“per fare abituare le persone all’uso della mascherina”), coercitivo e strisciante ma stavolta spaventevole e obbrobrioso perché legato a memorie passate di morte e distruzione, di fucilazioni, rastrellamenti e rappresaglie.
Una comunicazione tossica e pericolosissima, ancora e di nuovo, messa in atto da dilettanti del comunicare o da consapevoli irresponsabili e che sta avendo e avrà conseguenze catastrofiche destinate a sopravvivere al Covid.