Achtung! Piero Angela e quel male non necessario

“Il coprifuoco è una parola che mi ricorda i tempi della guerra. Forse però serve perché fa effetto sulle persone”; così Piero Angela (lo stesso che aveva invocato l’Esercito nelle strade), in un’intervista rilasciata due giorni fa.

La restrizione non come misura lucida e razionale ma come vettore propagandistico (propaganda “agitativa”), per convincere usando la paura e lo schock emotivo. Torna il frame che già rilanciò qualcuno sull’obbligo delle mascherine da soli e all’aperto (“per fare abituare le persone all’uso della mascherina”), coercitivo e strisciante ma stavolta spaventevole e obbrobrioso perché legato a memorie passate di morte e distruzione, di fucilazioni, rastrellamenti e rappresaglie.

Una comunicazione tossica e pericolosissima, ancora e di nuovo, messa in atto da dilettanti del comunicare o da consapevoli irresponsabili e che sta avendo e avrà conseguenze catastrofiche destinate a sopravvivere al Covid.
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