A sinistra dei Ferragnez: storia di una metamorfosi (non solo ai tempi del Covid)

La strana metamorfosi di una certa sinistra, che per anni ha guardato con malcelato disprezzo intellettuale (e sociale) agli amanti dell’intrattenimento leggero, del cinema come della TV, e adesso glorifica i Ferragnez. La stessa sinistra che avvelenò l’esistenza ad un genio come Totò, che ironizzava su Sordi, Bongiorno e il loro pubblico, che vedeva in “Ok! Il prezzo è giusto” e in “Drive in” il motivo dei successi elettorali berlusconiani (quanta incredibile miopia e ignoranza storica). La stessa sinistra che si metteva in cattedra nei cineforum parlando di qualche sconosciuto polpettone d’essai e rifiutava il colore sul piccolo schermo in nome di una bislacca interpretazione della pedagogia marxista e della Scuola di Francoforte.

Adesso, quella stessa sinistra torna in cattedra, ma per dirci che Ferragni e compagno sono in gamba, responsabili e bravi, ricchi e belli. Magari hanno anche ragione, ma quanto tempo perso, allora, puntando quel dito e girandosi dall’altra parte…
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