La decisione del governo greco di avanzare verso il riconoscimento delle unioni civili ha riportato anche in Italia l’attenzione sul tema e sul DDL Cirinnà.
A frenare Matteo Renzi, nonostante le promesse di un adeguamento agli standard occidentali, tuttavia, il timore di perdere l’appoggio di quel “fattore K” (il consenso dei centristi e dei conservatori) che fino ad oggi è stato la sua arma in più rispetto ai precedenti leader del centro-sinistra, come il timore della rappresaglia vaticana.
I “tackle” di Francesco e del cardinale cardinale Vallini su Marino sono infatti e senza dubbio da considerarsi una ritorsione per le politiche inclusive (in primis il registro delle unioni civili) volute e promosse dall’ex borgomastro romano.
Qui, prima ancora che sulla resistenza del NCD, riposano le cause dell’inerzia governativa in materia.