Il Partito Democratico statunitense tornò alla vittoria quando comprese ed acquisì l’importanza di un cambiamento rispetto alle linee di indirizzo, ancora legate agli anni della contestazione, che avevano ispirato l’Asinello a cominciare dalle presidenza Kennedy.
Spostando il timone al centro e verso una politica basata su un più lucido pragmatismo, William J.Clinton riuscì così ad imporsi, dopo le debacle del 1980, 1984 e 1988, e ad imporre la sua corrente NDC (Democratic Leadership Council).
Osservando i programmi dei maggiori candidati repubblicani per le primarie che stabiliranno lo sfidante nella corsa alla Casa Bianca, quello che balza agli occhi è un’ossificazione, in special modo sui temi etici, ad architetture valoriali ormai superate e rigettate dalla storia e da una società in continuo ed inarrestabile mutamento ed evoluzione. Manca ancora, per l’Elefantino, quel “turning” point che fu alla base della rinascita dei rivali (con le ovvie e dovute differenze del caso) e che si fa oggi più che mai irrinunciabile per chiunque voglia ambire alla guida di una grande democrazia occidentale.