
Figura oggi quasi dimenticata, Aleksej Nikolaevič Kosygin (1904-1980) ebbe tuttavia un ruolo di primissimo piano nella storia russo-sovietica.
Sindaco di Leningrado, membro del Politburo, ministro delle Finanze, ministro dell’Industria leggera e poi Presidente del Consiglio dei ministri dopo il siluramento di Chruščёv (di cui era stato il responsabile insieme a Leonid Brežnev e Anastas Mikojan), tentò di avviare un dinamico e innovativo programma di riforme economiche per rilanciare il Paese dando priorità ai beni di consumo rispetto all’industria pesante ed alle spese militari, ridimensionando il ruolo e l’ingerenza del partito e dei sui apparati, sviluppando il commercio con l’Occidente, decentralizzando e assegnando maggior potere alle imprese agricole e industriali.
Un programma ambizioso, in parte ispirato agli indirizzi dello stesso Chruščёv e che avrebbero tentato di recuperare Jurij Andropv e Michail Gorbačëv ma messo da parte da Brežnev con il prevalere della sua influenza e della sua linea ( si arriverà così alla nota e nefasta “stagnazione”*).
Un’occasione perduta per l’URSS, grazie alla quale avrebbe forse potuto sopravvivere.
*altrimenti detta “immobilismo brezneviano”