La pagliuzza e il sistema anti-missile

“Tutti questi anni abbiamo lottato per la conservazione del trattato ABM come fondamento della stabilità strategica […] Eppure allo stesso tempo la costruzione di questa stazione, eguale in dimensione alle piramidi d’Egitto, rappresentava un’aperta violazione al trattato ABM […] C’è voluto del tempo, quattro anni, per venire a conoscenza dell’intera verità, perché venissimo a conoscenza di tutta la storia della stazione […].

Così il Ministro degli Esteri dell’URSS Eduard Shevardnadze, nel corso di un intervento davanti al Soviet Supremo il 23 ottobre 1989. Shevardnadze si riferiva al radar di Krasnoyarsk, un sistema anti-missile realizzato, almeno così voleva suggerire il capo della diplomazia sovietica, dai vertici militari senza consultare il governo.

Mentre il dialogo sul disarmo tra le due superpotenze registrava preoccupanti battute di arresto anche per l’intransigenza di Mosca verso lo “scudo stellare” reaganiano (lo SDI, di cui il Kremlino accettava solo lo studio in laboratorio e non la sua realizzazione ), l’ Armata Rossa* violava apertamente quegli stessi accordi che secondo la leadership sovietica erano invece gli statunitensi a cercare di aggirare mettendo a rischio la pace.

*espressione con cui veniva solitamente indicato, in maniera comunque impropria e generica, l’esercito sovietico

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