Sconfitto nel 2004, cinque anni più tardi Viktor Janukovyč riuscì a prendersi la rivincita conquistando al primo turno la presidenza dell’Ucraina. Inossidabile filo-russo e personaggio discusso e discutibile, per il suo secondo tentativo si affidò ad un team straniero di esperti di comunicazione (ad esempio lo statunitense Paul John Manafort) che rinnovò e migliorò, per quanto possible ma senza dubbio con successo, la sua immagine pubblica.
Avviando una politica gravemente ostile verso Kiev dopo Maidan, Vladimir Putin ha rivelato grande miopia strategica poiché ha compattato un popolo altrimenti diviso, allontanandolo forse definitivamente dalla Russia. Se avesse pazientato, elaborando un piano più sottile e lucido in modo da sfruttare a proprio vantaggio le debolezze e le instabilità politiche ucraine e del fronte anti-russo, avrebbe forse potuto “rimediare” allo smacco del 2014 ribaltando la situazione come cinque anni prima.
Il leader del Kremlino ha insomma smentito ancora una volta il mito che lo vuole “giocatore di scacchi”, dimostrandosi più vicino (come suggerito anche da uno scacchista vero, cioè Garri Kasparov) ad un “giocatore d’azzardo”.