
Ad essere “sub iudice” non è il pacifismo, in quanto tale (definizione generica ma che vuole indicare un valore comunque preziosissimo).
Ad essere “sub iudice” è quel pacifismo “intermittente”, con i se” e con i “ma”, che accetta ed esalta la resistenza armata, e persino la guerra di aggressione, a seconda del momento, delle circostanze e degli Attori in campo o che mette sullo stesso piano aggredito e aggressore. Perché è un pacifismo che non convince del tutto e dà l’idea di farsi partigiano, ma nell’accezione meno nobile del termine.