Il corpo della persuasione

“E’ ormai assodato che i metodi della propaganda posso essre efficaci soltanto sull’elettore che decide in funzione dei pregiudizi e degli auspici del suo gruppo. Laddove esistono dipendenza e fedeltà a un leader incontestato, queste lealtà serviranno ad annullare il libero arbitrio dell’elettore […] Dato che fa campagna come paladino dell’abbassamento dei dazi, non dirà semplicemente alla gente che quelli alti aumentano il costo delle merci, ma creerebbe le circostanze per rendere efficaci e palmari le sue affermazioni. Per esempio organizzando in simultanea in venti città diverse una mostra-mercato sulle basse tariffe che dimosri il coso aggiuntivo dei dazi in vigore, facendo in modo che queste esposizioni siano inaugurate in pompa magna da uomini e donne illustri favorevoli all’abbassamento dei dazi indipendentemente dal proprio interesse per il destino personale del nostro politicante. Poi farebbe in modo che i gruppi colpiti in particolar modo dal costo della vita manifestino a favore delle basse tariffe doganali. Drammatizzerebbe il tutto, casomai facendo in modo che qualche nome noto boicotti i capi di lana e si presenti in società vestito di cotone fino a quando non venga ridotto il dazio sulla lana. Potrebbe trasformarsi in portavoce degli operatori dei servizi sociali, spiegando che il costo elevato della lana compromette la salute dei poveri in inverno Qualunque metodo abbia scelto […], l’opinione pubblica sarà già sensibile all’argomento ancor prima che lui le si rivolga personalmente. Poi, quando parlerà per radio a milioni di ascoltatori, non dovrà ficcarlo in testa alla gente, quelli pensano ad altro o , anzi, sono scocciati dal fatto che lui reclami la loro attenzione. Al contrario, risponderà alle domande che vengono spontanee e sarà sempre attento alle richieste pressanti di un pubblico già in parte sensibilizzato.” (E. L Bernays)

Per essere efficace, ogni azione propagandistica (in politica e non solo) dovrà basarsi su una pianificazione attenta e meticolosa. Il messaggio persuasivo dovrà partire da lontano e non potrà più puntare al semplice e rozzo meccanicismo (stimolo=reazione/risultato).

“Agitativa” o “integrativa”, “grassroots” o “treetops”, “interna” o “esterna”, ecc, la propaganda dovrà, insomma, guardarsi intorno, cercare argomenti complessi ma all’apparenza semplici, avrà bisogno del ricorso a sponsor (ad esempio gli influencer) per “piegare” il bersaglio già prima di “colpirlo”.

In un certo senso dovrà diventare propaganda “sociologica”, ovvero studiata per cambiare la mentalità del target anche sul medio/lungo periodo.

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