
Vedere un multimilionario, una leggenda vivente qual è Novak Đoković, fermato come un “comune mortale” e rinchiuso in un umile stanzino per ore, può diventare, per qualcuno, un rivalsa. E questo al di là di ogni altra valutazione sul caso.
Bisogna tuttavia pensare che Đoković è un uomo partito dal nulla di un Paese povero, arrivato solo grazie alle proprie forze. Un uomo, un campione, che merita tutto ciò che ha, fino in fondo.
Quella “rabbia”, se e quando c’è, andrebbe invece indirizzata verso quegli speculatori, a tutti i livelli, che stanno lucrando sulla “pandemia” (in realtà sindemia), sfruttando il dolore e il disagio altrui, di tutti noi. Sempre presenti nel corso della Storia, loro, a differenza di uno sportivo, non creano emozioni, ma solo danni.