
Il caso Nino D’Angelo è un esempio emblematico di “reputation repair” (più ancora che di “reputation management”); da “macchietta” snobbata e derisa, molte volte ingiustamente, sia per il suo aspetto esteriore che per il suo modo di cantare e recitare, negli ultimi anni è infatti riuscito ad accreditarsi come un artista colto e raffinato, un “Maestro”, guadagnandosi una stima ed un riconoscimento pressoché unanimi e che vanno ben oltre il napoletano.
Un “impresa” resa possibile da una serie di scelte, sul piano professionale e su quello personale, forse senza precedenti nel mondo dello spettacolo italiano.
Nota: questa valutazione intende prescindere da ogni giudizio di merito sull’artista