
Grafici, statistiche, dati, proiezioni e previsioni sono divenuti un argomento centrale nel dibattito sul Covid, nella comunicazione della pandemia. Questo anche in virtù del ruolo, fondamentale, dei numeri in chiave propagandistica.
Ad esempio: « Uno degli stratagemmi più frequenti dei persuasori dell’opinione pubblica è l’utilizzo nelle proprie analisi della parola “media” non qualificata, in modo da non consentire di individuare se si stia parlando di una “media aritmetica”, cioè il rapporto tra la somma dei dati numerici e il numero dei dati, oppure di “moda”, cioè il valore che si presenta con maggiore frequenza, oppure “mediana”, cioè il valore centrale tra i dati numerici. Dunque, una “media” non qualificata è praticamente non solo irrilevante, ma deliberatamene fuorviante. » (G. Magi)
Un escamotage che rientra nella tecnica della “verosimiglianza” (usare i numeri per dare l’idea di accuratezza e quindi di precisione e affidabilità) e che negli ultimi mesi sta contribuendo al bombardamento infodemico.