A chi toccherà dopo i “no-vax”?

Da The Lancet (a proposito di “principio di autorità”): «Le persone vaccinate hanno un rischio minore di malattia grave, ma sono ancora una parte rilevante della pandemia. È quindi sbagliato e pericoloso parlare di una pandemia dei non vaccinati». Da qui l’invito a funzionari di alto livello e scienziati a «fermare la stigmatizzazione inappropriata delle persone non vaccinate, che comprendono i nostri pazienti, colleghi e altri concittadini, e a fare uno sforzo in più per unire la società».

Gli scettici sul vaccino (chi scrive è un vaccinato e sì-vax) sono solo l’ultimo di una lunghissima serie di bersagli che istituzioni e media hanno indicato alla popolazione (meridionali fuori-sede che rientravano, runner, passeggiatori solitari, giovani movidari, ecc, ecc) e ogni volta la maggioranza dei cittadini vi si è scagliata contro, per poi dimenticarsi di ogni bersaglio a quello successivo, dimostrando così una scarsissima capacità analitica ed un preoccupante grado di suggestionabilità.

L’avvelenamento dei pozzi è tuttavia un’arma a doppio taglio (non solo qualcosa di esecrabile sotto il profilo etico e morale), specialmente in una fase che presenta enormi criticità dal punto di vista economico-sociale. Presto o tardi, il “manovratore” potrebbe, insomma, venire disturbato.

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