L’Italia è un Paese politicamente conservatore che sotto certi aspetti non ha mai fatto i conti con il Ventennio (tendiamo ad esempio a considerare i nazisti solo come nemici e invasori dimenticando che furono anche nostri alleati*). La “black scare”, agitare lo spetro del Fascismo come strategia per cercare di battere l’avversario, non può quindi funzionare, se non sul brevissimo termine sfruttando il potere derivato dalla credibilità di Draghi e dall’eccezionalità del momento che stiamo vivendo. Al contrario potrebbe diventare, sul medio e lungo periodo, un boomerang. Anche usarla per serrare le fila e ricompattarsi all’interno finirebbe col danneggiare l’immagine (già precaria) del centro-sinistra, associandolo a stantie e abusate memorie novecentesche.
*Un’anomalia che si riscontrava, pur con le dovute differenze del caso, nella DDR. La Germania Est aveva infatti espulso il nazismo dalla propria memoria, associandolo alla sola Germania Ovest