
Forse distratto dai festeggiamenti per il risultato elettorale, il centro-sinistra dimentica di fare alcune valutazioni indispensabili per un’analisi utile e lucida.
In particolare:
-le amministrative sono un test parziale-nelle amministrative entrano in gioco dinamiche diverse rispetto alle politiche, e del tutto peculiari
-i comuni più importanti nei quali il centro-sinistra ha vinto erano già, o almeno lo sono dall’avvio della Seconda Repubblica, sue “roccaforti, dove il centro-destra o altri soggetti si sono imposti poche volte (si pensi a Roma, Napoli e Torino)
-l’astensionismo ha toccato cifre record e storicamente si tratta di voti persi soprattutto dalla destra (elettorato che sente meno la militanza e la politica)
-questa volta, almeno ai ballottaggi, in ragione della partnership con il centro-sinistra i voti grillini non sono più andati al centro-destra, come invece era accaduto negli anni passati (si vedano i casi di Livorno, Torino, Roma, Massa, Cascina, ecc) . Il PD ha inoltre conquistato 6 capoluoghi in alleanza con il Movimento 5 Stelle, prima suo avversario.
-il centro-sinistra ha goduto dell’ “effetto Draghi” e le manifestazioni di questi giorni gli hanno consentito di ricompattarsi e serrare i ranghi. E’ invece probabile che il centro-destra sia stato danneggiato dalla massiccia campagna mediatica contro i manifestanti no-GP, appoggiati anche da Meloni e Salvini, e da vicende come quella di Luca Morisi. Tutti e quattro sono fattori transitori ed episodici.
Esaminando i sondaggi sul nazionale, ci si renderà tuttavia conto che FdI è oggi il primo partito con circa il 21% (trend in continua crescita), la Lega il secondo con circa il 19,4% (se non si bruciano nell’astensione, i voti che Salvini perde vanno alla Meloni), mentre il PD, attestandosi intorno al 19,2% , non riesce a staccarsi dai numeri della debacle del 2018 (18,7%). 7%, infine, per FI, mentre il Movimento 5 Stelle conferma il suo declino, con un 16,4% circa. M5S che, è bene fare attenzione, data la su natura “liquida” potrebbe tornare ad appoggiare in futuro un governo di “destra”, a trazione Lega-FdI.
Benché siano innegabili l’insuccesso e gli errori del centro-destra, (osservando la mappa geografica delle astensioni, massicce nelle periferie, ci si accorgerà che la Lega paga senza dubbio l’appoggio al governo Draghi), darlo per morto o pensare non vada cambiato nulla in questo bocco giallo-rosso sarebbe un’ingenuità fatale.